"Copiosa la trota e di carni gustosissime. Avanza in grossezza tutti i pesci nostrali, perchè tocca il peso di 20 libbre, e si rammenta ancora di una trota di 30 e più libbre, donata a valoroso soldato ai tempi del primo regno italico...... .....il Giovio, dice che se ne pigliavano di 40 libbre", così scriveva il Monti nel 1864.
Foto "storica". Probabilmente la trota di lago più grande mai catturata in territorio sudalpino (da: "La pesca nel Canton Ticino" di Raimondo Locatelli). |
Ebbene sì, le grosse trote di lago sembrano essere sempre più rare nel Lago Maggiore così come negli altri grandi laghi del Nord Italia: chi potrebbe asserire il contrario ?
Troppo spesso si identifica la causa nella assenza del giusto “ceppo” o “razza”, imputando dunque alla sola genetica tutti i meriti di avere tante trote e grosse (!) nei nostri laghi. Che confusione: gestione, conservazione, genetica, allevamento, immissioni, ripopolamenti... e chi ne ha più ne metta!
E allora avanti con tentativi mirati alla ricerca del cosidetto “ceppo autoctono” in grado di garantire il miracolo. Ma è tutto così complicato ?
Per una volta forse no....
Uno degli aspetti più banali, ma generalmente trascurato forse perchè scomodo o forse perchè poco "moderno", è che un pesce diventa grande se gli si dà il tempo e il modo di crescere.
La sua popolazione si accrescerà se i suoi individui potranno riprodursi almeno una volta (meglio due!), ossia raggiungere la taglia ottimale per poterlo fare e farlo nei luoghi migliori: in tal modo si avranno figli “robusti” e le probabilità di sopravvivenza della popolazione e il suo “benessere” saranno massimi.
Il recente studio sull’accrescimento della trota di lago (Salmo trutta migratrice), effettuato presso il CNR-Istituto per lo Studio degli Ecosistemi di Verbania Pallanza dal consente di indirizzare la riflessione “oltre” o “prima” della pura genetica, verso un approccio più classico ma fondamentale.
Sulla base della analisi delle scaglie di più di 200 individui catturati nel Lago Maggiore grazie al contributo dei pescatori dilettanti e professionisti, si sono determinati i parametri caratteristici dell’accrescimento e, in particolare, la lunghezza massima teorica raggiungibile dalla specie.
Di particolare interesse risultano i risultati relativi alla trota di lago: può raggiungere lunghezze fino a circa 150 cm!
Ne risulta dunque che la trota di lago può essere un vero e proprio mastodonte! D'altra parte la foto sopra esposta non lascia dubbi! E allora perché pesci di queste dimensioni sono una vera e propria rarità ?
Un aiuto può derivare oltre che già dalle conosciute ragioni ambientali (riduzione degli habitat riproduttivi, briglie invalicabili etc etc) anche da un immediato sguardo proprio all’accrescimento di questa specie.
Nello studio del CNR-ISE, è stata definita la lunghezza a cui lo stock potrebbe essere sfruttato in modo sostenibile, che risulta compresa tra 60 e 90 cm. Non deve sorprendere più di tanto se pensiamo che in molti paesi nordici la misura ottimale di prelievo per la trota migratrice varia da 45 a 55 cm! Lassù il clima è freddo e i tassi di accrescimento relativamente ridotti, senza dubbio inferiori di quelli alle nostre latitudini a parità di tipologia di ambiente; se ne deriva che da noi questo meraviglioso pesce potrebbe avere potenzialità ancora maggiori e potrebbe raggiungere dimensioni tali da renderlo, a ragione, Regina del Lago. Sarebbe sufficiente lasciarlo crescere un pò di più.
Ripercorrendo la fantastica progressione nell’accrescimento della trota nel Lago Maggiore e tenendo conto che l’età di riproduzione è 4 anni o più di età (e per la prima volta!!!) forse possiamo provare a capire e orientarci meglio.
Alla fine del primo anno in lago (e 2° anno di vita) le trote in media raggiungono i 20-30 cm; al secondo circa 30-40 cm; al terzo 40-50 cm, al quarto 50-60 cm, al quinto 60-65 e così via… fino alla fatidica lunghezza massima stimata di 150 cm circa. Ma quanti anni ci vogliono per raggiungere le dimensioni da record!
La lunghezza a cui corrisponde l’età di prima riproduzione, spesso maggiore nelle femmine rispetto ai maschi, è collocabile ad almeno 50-55 cm, specialmente per la forma migratrice marmorata. E, se si tiene conto che per i pesci il primo atto riproduttivo è generalmente una “prova” a cui fa seguito un secondo tentativo più fruttuoso, si può capire che per ridare fiato alla Regina del Lago occorre, con un pò di coraggio, lasciarle solo il tempo di crescere....
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